Giovedì 13 maggio abbiamo avuto il piacere di incontrare Andrea Cinquetti, il quale ci ha raccontato la sua storia di vita e di come una “carrozzina” sia diventata una fedele compagna e, anzichè un limite, uno strumento di incontri che hanno segnato positivamente il suo futuro di ragazzo.

Noi alunni abbiamo ascoltato la sua testimonianza con stupore e meraviglia soprattutto per la passione per la vita che Andrea ci ha dimostrato. Abbiamo potuto apprezzare la sua forza di volontà e la sua capacità di comunicazione così diretta e concreta. Ci ha trasmesso ottimismo e ci ha contagiati con la sua voglia di vivere!

Molti i valori che ci ha insegnato: la vita si affronta con impegno, gli stereotipi sono limiti mentali, ognuno di noi è protagonista della propria esperienza, bisogna dare il meglio di sé. Ecco alcuni pensieri in libertà scritti da noi.

Chiara: “È stato davvero molto interessante, mi è piaciuto perché in Andrea ho visto una certa “leggerezza” nel raccontarci il suo trascorso, seppur drammatico. Mi ha trasmesso davvero tanto di positivo ed è stato in grado di farmi capire di vivere la vita giorno per giorno, cogliendo ogni piccolo attimo. Mi è anche piaciuto il modo in cui ha raccontato l’incidente che ha subito, perché è stato capace di “cadere e rialzarsi”, facendoci capire che esistono cose peggiori. Nonostante la sua condizione ha espresso a pieno il desiderio di assaporare  e di godere la vita”.

Sara: “Andrea non ha messo dei muri, ma è stato molto aperto a qualsiasi tipo di domanda, anche a quelle più scomode. Dopo l’incontro io ho elaborato un pensiero che vorrei condividere: siamo in un periodo difficile, cioè l’adolescenza, in cui crediamo che gli ostacoli che troviamo davanti a noi non siano superabili, ma Andrea, che ha affrontato un incidente proprio alla nostra età, non si è abbattuto; ha continuato a vivere giorno dopo giorno e a riprendere in mano ciò che sembrava perso e che invece è stato trasformato”.

Noa: “È stato molto sollecitante: mi ha coinvolto tantissimo con il suo tono appassionato e travolgente”.

Elena: “Andrea già da subito non mi ha trasmesso una sensazione di compassione o d’infelicità, perché in lui ho visto un uomo appagato e sereno. Dal suo racconto ho capito che lui inizialmente non ha potuto essere indifferente al dolore fisico provato, alle incertezze di un ragazzino di 16 anni, ai suoi dubbi sul suo futuro e alle sue paure; però poi non ha potuto che evincere la sua voglia di godersela senza preclusioni e questo lo ha dimostrato sia nella formazione della sua famiglia, nella ricerca di uno sbocco lavorativo, nell’intraprendere viaggi e obiettivi…nella sua passione sportiva. E’ palese che sia innamorato della sua famiglia e di conseguenza delle scelte fatte. Tutto ciò non mi ha mai fatto “vedere” la carrozzina e i suoi limiti: ho notato solo i suoi occhi che dimostrano che vale sempre la pena lottare per vivere.”.

Grazie Andrea di aver condiviso con noi!

Alla prossima!

La 4Asas